Alessandro Bon
"La persistenza della memoria" il mio quarto libro
Questo è un viaggio iniziato nel 2008 anno in cui decisi di ricoverarmi in una clinica psichiatrica. Una raccolta poetica come metafora del viaggio perché ogni poesia è un luogo visitato, un'emozione provata, una persona incontrata o un amore vissuto. Ogni poesia è una foto, o meglio un'istantanea di un momento goduto, o forse la sintesi di emozioni che hanno attraversato l'anima dell'autore. Io le vedo così. Non penso ai contenuti o allo stile quando scrivo, anzi spesso non penso neppure che scriverò da lì a poco, eppure so che prima o poi il mio vissuto sarà proiettato su “carta”, e le sensazioni da me provate diverranno poesia.
Comincia così la mia prefazione, l'ho scritta dopo esser andato alla Scuola Algarotti di Venezia a incontrare un gruppo di ragazze che partecipano al Gruppo di poesia della Professoressa Lucia Guidorizzi. Un'esperienza che mi riempie sempre di gioia
Il libro è diviso in tre parti.
1) La prima parte è formato da una breve raccolta di poesie e raccoglie liriche che ho scritto fra l'agosto 2008 e questa primavera.
2) La seconda parte raccoglie delle fiabe o brevi storie fra cui “il bambino che scriveva sulla sabbia” che ha avuto molto successo in rete.
3) La terza parte è una breve autobiografia e l'ho intitolata “Il cammino di Alessandro.” Ho deciso di inserirla all'ultimo momento perché è una parte fondamentale di un percorso di vita. Questo cammino è iniziato nel 2010 e l'ho terminato pochi giorni durante le ultime revisioni del libro
"La persistenza della memoria" il mio quarto libro
Questo è un viaggio iniziato nel 2008 anno in cui decisi di ricoverarmi in una clinica psichiatrica. Una raccolta poetica come metafora del viaggio perché ogni poesia è un luogo visitato, un'emozione provata, una persona incontrata o un amore vissuto. Ogni poesia è una foto, o meglio un'istantanea di un momento goduto, o forse la sintesi di emozioni che hanno attraversato l'anima dell'autore. Io le vedo così. Non penso ai contenuti o allo stile quando scrivo, anzi spesso non penso neppure che scriverò da lì a poco, eppure so che prima o poi il mio vissuto sarà proiettato su “carta”, e le sensazioni da me provate diverranno poesia.
Comincia così la mia prefazione, l'ho scritta dopo esser andato alla Scuola Algarotti di Venezia a incontrare un gruppo di ragazze che partecipano al Gruppo di poesia della Professoressa Lucia Guidorizzi. Un'esperienza che mi riempie sempre di gioia
Il libro è diviso in tre parti.
1) La prima parte è formato da una breve raccolta di poesie e raccoglie liriche che ho scritto fra l'agosto 2008 e questa primavera.
2) La seconda parte raccoglie delle fiabe o brevi storie fra cui “il bambino che scriveva sulla sabbia” che ha avuto molto successo in rete.
3) La terza parte è una breve autobiografia e l'ho intitolata “Il cammino di Alessandro.” Ho deciso di inserirla all'ultimo momento perché è una parte fondamentale di un percorso di vita. Questo cammino è iniziato nel 2010 e l'ho terminato pochi giorni durante le ultime revisioni del libro
Alessandro Bon
In punta dei piedi
Il carillon suona e la ballerina rotea su sé stessa.
In prospettiva tu sei alta come lei,
eppure la tua corporeità è dolce e sinuosa.
Tocchi il mondo con le dita dei piedi,
eppure i tuoi occhi mostrano amore,
forse sei un angelo,
che una strana calamita tiene ancorato al suolo che calpesti.
Si alza una lieve foschia mattutina,
e i piedi ne rimangono nascosti.
E l’angelo prende il volo,
ora lo so, tu stai volando!
Ti vedo sinuosa muoverti nel cielo,
e fra i piedi le nuvole che ti sorreggono,
il tuo corpo femmineo danza,
senza accorgersi che io t’ammiro,
puro e meraviglioso,
mi ricorda l’amore, il sesso e la maternità.
Un piccolo balzo, e scopro basito che tu sei donna,
e non un angelo come credevo, e ritorno a pensare:
“Cosa proverà a toccare il mondo in punta dei piedi?”
Il carillon suona e la ballerina rotea su sé stessa.
In prospettiva tu sei alta come lei,
eppure la tua corporeità è dolce e sinuosa.
Tocchi il mondo con le dita dei piedi,
eppure i tuoi occhi mostrano amore,
forse sei un angelo,
che una strana calamita tiene ancorato al suolo che calpesti.
Si alza una lieve foschia mattutina,
e i piedi ne rimangono nascosti.
E l’angelo prende il volo,
ora lo so, tu stai volando!
Ti vedo sinuosa muoverti nel cielo,
e fra i piedi le nuvole che ti sorreggono,
il tuo corpo femmineo danza,
senza accorgersi che io t’ammiro,
puro e meraviglioso,
mi ricorda l’amore, il sesso e la maternità.
Un piccolo balzo, e scopro basito che tu sei donna,
e non un angelo come credevo, e ritorno a pensare:
“Cosa proverà a toccare il mondo in punta dei piedi?”
L'anima non ha corpo
Non piangere, amore,
non lasciarti abbattere,
io ci sarò sempre...
...raccoglierò le tue lacrime,
in vasi di porcellana,
distillerò la tua essenza,
a partire dall'acqua salata...
...pulirò il tuo viso,
con panni d'argento,
colorerò il mondo,
di primavera...
...sarò il tuo amante,
anche senza toccarti,
ti renderò felice,
ornando i prati di rose...
...saprò farti ridere,
usando solo la fantasia...
saremo come bambini,
che sanno divertirsi,
dopo grida e capricci...
...la mia assenza non ti peserà,
perché l'anima non ha più corpo,
se non quello della propria amata.
Non piangere, amore,
non lasciarti abbattere,
io ci sarò sempre...
...raccoglierò le tue lacrime,
in vasi di porcellana,
distillerò la tua essenza,
a partire dall'acqua salata...
...pulirò il tuo viso,
con panni d'argento,
colorerò il mondo,
di primavera...
...sarò il tuo amante,
anche senza toccarti,
ti renderò felice,
ornando i prati di rose...
...saprò farti ridere,
usando solo la fantasia...
saremo come bambini,
che sanno divertirsi,
dopo grida e capricci...
...la mia assenza non ti peserà,
perché l'anima non ha più corpo,
se non quello della propria amata.